L'Aquila. Basilica di Collemaggio. Rosone principale. XIII-XIV secolo

sabato 25 settembre 2010

Caravaggio e caravaggeschi a Firenze


In occasione del quarto centenario della morte del Caravaggio è in mostra a Firenze, dal 22 Maggio al 17 Ottobre 2010, in un percorso che si snoda da Palazzo Pitti, agli Uffizi a Villa Bardini, una parata, completa ed unica, di capolavori del Caravaggio e dei caravaggeschi che rinnovarono all’inizio del Seicento la pittura e l’iconografia sacra e profana. Dopo decenni di nuove ricerche scientifiche, scoperte, attribuzioni e acquisizioni storiche, il Polo Museale Fiorentino propone, a cura di Gianni Papi, un nuovo viaggio nel mondo del Caravaggio e del caravaggismo internazionale, presentando una rassegna di opere (oltre 100), una sorta di excursus alla scoperta delle novità artistiche dei primi decenni del Seicento, legate al naturalismo e alla rappresentazione della realtà quotidiana, resa attraverso i mezzi pittorici della luce e dell’ombra. Opere principali della mostra sono i sei celebri capolavori del Caravaggio della Galleria Palatina e degli Uffizi (“Bacco”, “Amorino dormiente”, “Medusa”, “Cavadenti”, “Sacrificio di Isacco” e “Cavaliere di Malta”), ai quali si aggiungono due nuovi dipinti che costituiscono un’acquisizione (o meglio riacquisizione) al catalogo del Merisi e che sono una grande sorpresa per il grande pubblico: il “Ritratto di Maffeo Barberini” di collezione privata (sensazionale aggiunta alla ritrattistica giovanile del Caravaggio) e il “Ritratto di cardinale” della Galleria degli Uffizi. Questi due ritratti, insieme al Cavaliere di Malta, offrono l’occasione per una nuova rassegna della ritrattistica del pittore lombardo. Alle opere del Caravaggio si aggiungono dipinti di tutti i pittori caravaggeschi, giunti a Firenze per la maggior parte grazie alla curiosità e alla passione dei Medici, primo tra tutti Cosimo II, che subito si accorge della dirompente novità del Caravaggio, ma anche grazie alla committenza e al collezionismo storico di alcune altre famiglie private fiorentine come i Corsini, i Gerini, i Guicciardini, i Martelli. Emblematico è il caso della famiglia Guicciardini che nel 1620, nella cappella di Santa Felicita, tentò di riunire tre pale d’altare di tre diversi protagonisti del movimento caravaggesco: Cecco del Caravaggio, Gerrit Van Honthorst e lo Spadarino. Se davvero queste opere fossero state collocate alle pareti della cappella (di cui la mostra offre una ricostruzione virtuale) avrebbero potuto cambiare il corso della pittura del Seicento a Firenze. Ma soprattutto i Medici collezionano opere fondamentali dei seguaci del Caravaggio, e grazie a ciò Firenze vanta, dopo Roma, la più grande raccolta di quadri caravaggeschi al mondo. Di grande prestigio all’interno della mostra è l’importante gruppo di dipinti con scene cosiddette “a tavola” del Manfredi, dell’Honthorst e di Rombouts, che potrebbero avere ispirazione proprio da quello che può considerarsi il prototipo delle scene orizzontali con figure intorno a un tavolo e cioè il “Cavadenti” del Caravaggio. Nonostante la lungimiranza e il gusto d’avanguardia dei Granduchi, nel Seicento Firenze e i suoi pittori rimasero indifferenti e quasi ostili alle novità del naturalismo caravaggesco, non recependolo e rimanendo legati alla forte tradizione locale del disegno accademico. Fu una grande occasione persa per gli artisti toscani che avrebbero potuto rinnovare in senso moderno la loro pittura. Nel celebrare Caravaggio si vuole rendere omaggio anche a colui che prima di ogni altro lo ha riscoperto e ne ha reso nota la grandezza: Roberto Longhi. A Villa Bardini è allestita, infatti, una mostra curata da Mina Gregori, “Caravaggio e la modernità. I dipinti della Fondazione Longhi”, nella quale sono esposti i quadri che il grande storico dell’arte acquisì nel corso della sua vita, dal “Ragazzo morso dal ramarro” di Caravaggio ai dipinti dei suoi primi seguaci.
Firenze, Galleria degli Uffizi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Villa Bardini. Il 23 settembre 2010.

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