L'Aquila. Basilica di Collemaggio. Rosone principale. XIII-XIV secolo

venerdì 24 settembre 2010

Cherubini protagonista alla Pergola


Settembre Musica, rassegna a cura degli Amici della Musica di Firenze, si apre con un concerto dedicato a Luigi Cherubini, il grande compositore fiorentino che nasce esattamente 300 anni fa e del quale, a dire il vero, Firenze sta facendo passare in sordina questo che è un centenario di uno dei suoi più illustri figli, di certo il maggior musicista europeo nato nel capoluogo toscano (vicenda che grava non poco in negativo sulla petizione avviata dal maestro Muti al fine di portare la salma del compositore da Parigi, dove egli morì nel 1842, in Santa Croce). Presso il Saloncino del Teatro della Pergola, un delizioso ambiente dal sobrio stile impero, l’Orchestra Auser Musici (protagonisti di tante importanti riscoperte nella storia musicale della Toscana) diretti da Carlo Ipata insieme al soprano Maria Grazia Schiavo, danno vita a pagine di bellissima musica. Il programma la prima esecuzione assoluta delle ouventure delle opere “Mesenzio” e “Armida abbandonata”, oltre a quelle di “Giulio Sabino” e di “Démophoon”. Quattro sono state le arie: “Ti lascio adorato mio ben” dal Mesenzio, “Turbata ai dubj accenti” da Ifigenia in Aulidice, “Qual da venti combattuta” da Armida abbandonata (data alla Pergola nel 1782) e “I mesti affetti miei” dal Giulio Sabino. È evidente che la scansione dei brani proposti ripercorre le tappe di compositore d’opera fra la città natale e Parigi. Molto ma molto bravi tutti gli interpreti: sia l’orchestra che il direttone per una perfezione d’interpretazione quasi militaresca, ma soprattutto il soprano Maria Grazia Schiavo: voce pulita, ben impostata, chiarezza d’espressione, virtuosismi vocali ottimi, acuti e bassi altrettanto. Davvero un buon concerto che vede, tra l’altro, la collaborazione anche del Palazzetto Bru-Zane di Venezia e del Conservatorio Statale di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze.
Luigi Cherubini è figlio di un insegnante di musica, decimo di dodici fratelli. Incomincia a studiare musica all'età di sei anni; tre anni dopo viene affidato ai maestri Felici, Bizzarri e Castrucci, con cui studia canto, contrappunto e organo. Compie gli studi a Bologna e Milano e inizia ancora molto giovane a comporre musica sacra. La sua prima opera è una messa solenne a quattro voci con orchestra eseguita a Firenze e realizzata quando ha tredici anni. Seguono altre opere di musica religiosa e da camera molto apprezzate al punto da indurre il Granduca Leopoldo di Toscana ad assegnargli una pensione (1778), necessaria per il soggiorno di studio bolognese dove attende il maestro Sarti. Gli anni che vanno dal 1780 al 1784 sono prolifici di opere teatrali al punto da ottenere un invito per recarsi a Londra, dove compone l'opera buffa “La finta principessa” e il “Giulio Sabino”. È autore di numerose opere liriche prima di stabilirsi a Parigi nel 1788, dove entra a far parte del nuovo Conservatorio, che dirige dal 1821 al 1842, lasciando la carica poche settimane prima della morte, e dove stringe amicizia con Viotti. Durante la rivoluzione vive a Gaillon ed è nominato professore alla Scuola di musica della Guardia nazionale. Nel 1805 si trasferisce a Vienna, dove è accolto da Haydn, ma in seguito agli eventi bellici ed alla difficile situazione teatrale austriaca, è costretto a ritornare a Parigi, dove l'accoglienza è piuttosto fredda al punto da indurlo a dedicarsi temporaneamente alla compilazione di un erbario. Ha maggiore successo e riconoscimenti in Francia negli anni successivi. Le sue composizioni, in stile classico, mostrano una grande padronanza del contrappunto. Nel 1808 compone la sua maggiore opera per musica da chiesa, la "Messa Solenne in fa maggiore in tre parti"; un altro grande contributo alla musica sacra è la "Messa per l'incoronazione di Luigi XVIII" in sol minore per coro e orchestra (1815). Altre composizioni di musica sacra comprendono il "Credo a 8 voci e organo" del 1808, la “Messa in do maggiore” (1816) e il "Requiem in do minore" (1816) e il “Requiem in re minore” (1836). Tra le numerose altre composizioni di Cherubini (che tra il 1773 e il 1835 scrisse la musica per oltre trenta opere teatrali) si ricordano le opere liriche “Lodoïska” (1791), “Medea” (1797) e “Les deux journées” (1800), oltre a mottetti, cantate e quartetti per archi. Il suo trattato "Cours de contrepoint et de la fugue" (1835), viene pubblicato a cura del compositore francese Jacques Halévy. Giulio Confalonieri nel 1948 scrive una biografia completa di Cherubini con il titolo di “Prigionia di un artista” (Premio Bagutta 1949).
Firenze, Teatro della Pergola, Saloncino. Il 23 settembre 2010. 

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