Un nuovo blog: Una voce poco fa.

Settembre, andiam, è tempo di migrare. Così scriveva il mio conterraneo Gabriele D'Annunzio in una delle composizioni in cui la poesia ha saputo toccare le alte vette della qualità per cantare i miei avi che dall'alte vette delle mie amate montagne d'Abruzzi s'apprestavano a compiere la Transumanza, una rituale millenaria processione in nome delle forze della natura più ancestrale che trovava il suo fine nel paesaggio piatto e arido di Puglia. Dalla Terra e dalla sua polvere, dalla montagna e dai suoi boschi, dalla sua neve e dai suoi terremoti io provengo. La mia culla è stata dondolata dal suono delle sciacquaie, dallo sgorgare dell'acqua nelle fonti, dal suono delle campane. Gli Abruzzi, la mia Terra, la mia Mamma. Anche nella mia vita è arrivato il settembre. Anche per me è giunto il tempo di migrare. E son migrato. La mia Terra mi ci ha spinto direttamente. Essa s'è dovuta sconvolgere per me, s'è dovuta sacrificare per il suo figlio. Ha ucciso il seme del bambino ch'ero. Dal sacrificio di madre sta nascendo l'uomo che sto diventando. L'Aquila mia... Ella mi ha messo nel mondo senza languori, silente e dignotosa, m'ha dato le sue ali e le sue ali m'hanno portato in terra di Toscana, in Firenze. Nella Nuova Atene, inesorabilmente, è iniziata un'altra vita, un nuovo cammino che da un anno mi sta portando verso orizzonti sconosciuti e mai immaginati. Un solo anno e Firenze tanto mi ha dato; mia Patria nuova, mia consolatrice, mia consigliera, mia amata. Come sposa hai aperto le braccia allo sposo che giungeva a te saltando sui poggi come cervo. E ora siam giunti. E ora nel tuo grembo fai sgorgare in me la linfa della Vita nuova. Inizia un nuovo anno, tante nuove esperienze e persone, tanta nuova ricchezza interiore e amore. Con il nuovo anno ecco un blog a mo' di diario virtuale. In esso piccoli appunti di vita, riflessioni, discussioni. Non solo la mia voce trova qui lo spazio, ma anche la voce di tutti quelli che desiderano intervenire e che sono i benvenuti. Non una voce, ma più voci, perchè una voce poco fa.